mercoledì 9 giugno 2010

Il re è nudo! di Edgardo Rossi

E così finalmente il re è nudo, dopo aver sparato ad alzo zero sulla cosiddetta scuola del rigore la ministra Gelmini entra in scena per dire che la legge sulla “severa” ammissione agli esami di maturità va interpretata, non è necessario applicarla alla lettera. Con un cinque non è necessario non ammettere all’esame, d’altronde la ministra si dice soddisfatta, l’ansia creata dalla paura per la non ammissione ha sicuramente obbligato i ragazzi ad impegnarsi di più. Taccio sui valori pedagogici di questa ultima affermazione, stigmatizzo il fatto che da sempre nella scuola italiana la decisione d’ammissione è compito del consiglio di classe convocato in forma perfetta, mi scappa da ridere a pensare quanto può essere presa sul serio una legge interpretabile, che esempio per le nuove generazioni! Non è una novità, in altri Paesi le leggi ci sono e sono applicate, qui in Italia vanno ad interpretazioni.
Con questa perla finale direi che l’attacco alla scuola pubblica è completo, tagliati i fondi e in modo pesante (in molte scuole non ci sono i soldi per le supplenze e si improvvisa), diminuito in maniera radicale il tempo pieno, tagliati via i laboratori dagli Istituti professionali e Tecnici (questi ultimi diventati Licei, non si sa ancora bene con quali nuove norme), portate le ore di insegnamento settimanale da 36 a 32, con taglio di materie e con il fittizio obbligo di ore da 60 minuti. E anche su questo punto con libertà di interpretazioni visto che il decreto parla di ore di servizio annuale, non conta la qualità conta la somma delle ore di servizio, quindi resteranno ore da 50 minuti con recuperi da applicarsi in supplenze e/o altre attività. Insomma ingegnatevi e arrangiatevi. Una legge chiara e soprattutto ferma negli intenti.
Se a tutto questo aggiungiamo che in compenso sono stati aumentati i finanziamenti alle scuole private, quelle che secondo la Costituzione dovrebbero non creare nessun onere per lo Stato, il quadro diventa di una chiarezza inquietante.
Chi può e ha i mezzi potrà se vorrà accedere a corsi anche di eccellenza a pagamento, gli altri dovranno sperare nella buona sorte e a attrezzarsi contribuendo a comprare banchi, carta igienica, gessi, eccetera (come sta succedendo). Ovviamente l’aumento alunni per classe renderà anche più difficile fornire una preparazione all’altezza, è così che si compete con gli altri paesi europei, dove invece (nonostante la crisi) non solo non ci sono stati tagli alla pubblica istruzione, ma addirittura (udite! udite!) investimenti.