sabato 20 aprile 2019

Siddharta Rave, recensione

Siddharta Rave Romanzo di Federico Audisio di Somma Cairo Editore Con il romanzo Siddharta Rave Federico Audisio ci propone una ricerca, lo fa partendo da un presente (l’intervista con cui il libro si apre) che però forse è già passato e che comunque ha le sue profonde radici in un passato fatto di flashback, che sono di fatto dei racconti del perché la storia è avvenuta e sta avvenendo. Il protagonista è Sid, un giovanissimo dj alla ricerca della musica perfetta, ma in realtà alla ricerca di un padre perduto (in che modo e come, è giusto che il lettore lo scopra da sé), ma in realtà Sid è l’ultimo arrivato di una storia partita cinquant’anni prima, una storia che aveva per protagonisti un gruppo di ragazzi e ragazze apparentemente privilegiati dalla vita, figli di famiglie ricche e benestanti ma abbandonati a se stessi, sono creativi, provocatori, ribelli o, forse, solo naufraghi in balia della vita e alla ricerca di un approdo. Di fatto sono dei ragazzi di vita, o meglio ragazzi che vogliono vivere la vita e lo fanno diventando un punto di riferimento per tanti altri che cercano di colmare un vuoto che è presente in tutte le storie che via via si manifestano e che mai viene colmato. I vari protagonisti compaiono uno per volta, apparentemente a caso (così ce li vuole proporre Audisio) portati dalla succedersi degli eventi (come è nella vita), alcuni sono arroganti, altri sono fragili, tutti inseguono i loro sogni e li realizzano con pieno successo, quasi avulsi dal mondo che li circonda, mondo con cui anzi hanno poco in comune e con cui si scontrano ripetutamente, ma interessante è leggere come tali scontri avvengono e come si risolvono. Il rifugio, l’Eden dove tutti in qualche modo vivono o ritornano è un lago (il lago di Avigliana), lago dove tutti i giorni si pratica lo sci d’acqua, dove l’inverno è pausa e rinascita per la nuova primavera, quel lago è lo specchio dove tutto si dissolve e tutto si rigenera, Ma in realtà anche l’apparente calma del lago (quando non è in tempesta) non è che un simbolo e un altro luogo diventerà importante per la ricerca che tutti i personaggi stanno svolgendo, consapevolmente e inconsapevolmente. Vicino al lago una casa di sogno, costruita all’interno di una collina, con la sua bolla di vetro, è l’astronave dove tutto sembra avere il suo centro, fino a quando quell’equilibrio perfetto si rompe, ma la rottura è il pretesto perché tutto rinasca, prima in una chiesa, poi in un eremo montano, per ritornare e dissolversi e risolversi infine ancora una volta nel lago (o meglio sulle sue rive). Tutti sono liberi (eppure prigionieri del loro ruolo, che hanno scelto o da cui sono stati scelti?) a ben vedere quasi malati di libertà eccessiva (o prigionieri di quella che sembra essere libertà di essere), possono non curarsi delle regole comuni, gli è permesso dalla loro posizione sociale, dal fatto di sentirsi diversi e di essere, in fin dei conti, protetti dal loro eremo (in questo “gioco” fondamentale è il ruolo di Luigi Xella, il nume tutelare del gruppo, della radio, della memoria). Un’umanità scomposta e variegata, tipi umani, maschere, compongono un caleidoscopio dove natura e tecnologia si fondono in un’unione impossibile eppure armonica. Questo romanzo racconta una generazione, lo fa citando cantanti e musiche, dimostrandosi fedele fino all’ossessione ai vinili che scorrono sul piatto, guidati da mani capaci di affascinare. Un ruolo viene lasciato anche al misticismo, dei tarocchi ogni tanto sembrano dipanare la nebbia del destino che sembra attendere tutti. Vengono in mente Richard Bach, Robert Pirsig, Pier Paolo Pasolini e altri narratori della trasmutazione del quotidiano in mito. Un’epoca è passata e ha lasciato tracce indelebili, oggi le rovine sono diventate monumenti, ma una volta erano vita e quella vita continua e continuerà, questo è, forse, il messaggio che Siddharta Rave vuole trasmettere… Edgardo Rossi