lunedì 8 novembre 2010

Complimenti signor berlusconi

di Edgardo Rossi

Ci riprovo, consapevole del fatto che lei non leggerà questa mia, troppo impegnato com’è a recuperare le sue forze guardando giovani (anche minorenni) donne e troppo occupato a portare avanti il suo programma di degrado morale del paese, nonché troppo attento a servire i suoi padroni, perché via non mi faccia credere che lei da solo è l’artefice del crollo trasversale del paese? O meglio che questo progetto lo ha pensato lei? Personalmente non la ritengo all’altezza.
Già crollo, questa è la parola che sottolinea bene il suo operato, suo e dei suoi accoliti, uomini venduti alla causa che la ringraziano persino di esistere, perché per loro (e solo per loro) lei è effettivamente una garanzia di benessere. Sono talmente asserviti da negare anche le verità più scomode e, facendo questo, loro sono persino peggiori di lei.
Ma dicevo crollo, le avranno detto che è crollata la palestra dei gladiatori a Pompei, bene quel crollo è quasi un segnale simbolo di quello che lei sta facendo all’Italia.
Questo è diventato il Paese dei tagli alla scuola, dei tagli alla cultura, dei tagli alla sanità; dei tagli alla ricerca, il Paese dal territorio devastato e dalle continue emergenze (ma tanto ci pensa la sua tanto amata protezione civile del suo amico bertolaso, l’uomo insostituibile che tanto bene ha gestito il sito di Pompei e l’emergenza rifiuti a Napoli, giusto per ricordare due cose), il Paese dove il divario tra ricchi e poveri è in continuo aumento, il Paese dove abbiamo il maggior numero di scorte al mondo e di auto blu, il Paese dove la sicurezza è il primo dei problemi e per garantirla si fomentano odi razziali e intolleranza e si tagliano i fondi alle forze dell’ordine (non so in quali altre nazioni i poliziotti devono pagarsi la benzina per far funzionare le automobili o anticipare i fondi per le indagini, forse non lo sa ma succede anche questo in Italia). Il Paese dove non esiste un vero piano di investimenti, dove si improvvisa e dove gli appalti pubblici spesso finiscono in mano ad organizzazioni criminali.
Il Paese dove la crisi non c’è o meglio è stata affrontata meglio che da tutte le altre parti, però bisogna che tutti facciamo sacrifici lo stesso. Ma lei, lei e tutto il suo gruppo, che sacrifici avete fatto per superare questa crisi che non c’è ma che comunque abbiamo affrontato meglio degli altri.
Avete deciso di bloccare gli scatti di anzianità dei dipendenti pubblici, ma il vostro stipendio continua ad aumentare; avete bloccato le assunzioni perché bisogna snellire la macchina dello Stato, ma non avete rinunciato a nessuno dei vostri privilegi. Non dovevamo affrontare i sacrifici tutti insieme?
Il suo governo del fare non è riuscito a creare null’altro che improvvisazione, tale improvvisazione ha aumentato il numero dei disoccupati, resi i giovani dei precari (la maggioranza dei giovani che hanno la fortuna di trovare lavoro sono assunti con contratti a tempo determinato) probabilmente a vita. A pagare il prezzo della crisi, che non c’è ma c’è, chissà come mai sono le classi sociali più deboli.
Lei dice di avere ottenuto il mandato dal popoli italiano, in verità la Costituzione dice un’altra cosa in proposito (ma qui glisso), peccato che la legge elettorale che le ha permesso di vincere le elezioni sia una legge che lede il diritto sacrosanto degli elettori di scegliere i propri rappresentanti.
Potrei continuare ad elencare le sue mancanze e le sue colpe, ma interrompo le ho già dedicato troppo del mio tempo e anche questa è una sua colpa io non vorrei occuparmi minimante di lei, al limite potrei considerare con un pensiero pietoso il suo caso umano, ma in verità preferirei ignorarla, il fatto è che lei tutti i giorni reca danno al Paese dove vivo e quindi anche a me, questo fatto mi obbliga, quindi, a dirle quello che io penso di lei. Si tratta di una atto morale, o forse di semplice senso civico.