Di come Talete conobbe Sofia e della lezione che ne trasse
Improbabile (o forse vera) commedia che svela sui perché della filo sofia
di Silvano Baracco
Personaggi:
T – Talete
S – Sofia
T: Aiuto, aiuto, buona gente accorrete sono tombolato in questo fosso a furia di guardar le stelle.
S: O buon uomo, o cos’è questo vociare, qui c’è gente che lavora e che tranquilla vorrebbe stare.
T: Non è mia intenzione arrecare disturbo ma… il fatto si è che caddi in questo fosso e mi feci anche male, vi ingiungo di prestarmi soccorso.
S: O che mi dite, cadeste voi.
T: No caddi io, non ci son che io in codesto fosso.
S: Dicevo voi per celia, lo so bene che di fresconi che cadono nei fossi ce ne son pochi, anzi a quanto sembra solo lei.
T: Prego. Io sono un sapiente, uno studioso di vaglia, io so di come va il cielo e di quale strada percorrono le stelle, conosco il mutare del tempo e so del perché tutto nasce e perisce.
S: O davvero siete un grand’uomo. Mi potrebbe allora dire com’è che in tale fosso è caduto.
T: Io stavo passeggiando in queste lande, particolarmente adatte all’osservazione del cielo, e guardavo appunto in alto per studiare il movimento delle stelle, tanto ero assorto nelle mie osservazioni che non vidi questo maledetto fosso e ci tombolai dentro anima e corpo.
S: O questa è proprio bella, dunque è caduto nel fosso per osservar le stelle. Bel sapiente davvero, dice di conoscere il tutto e non sa neanche dove mette i piedi.
T: Sentite brava donna, non state a commentare, cercate piuttosto di darmi una mano che non riesco a cavarmi fuori da questo accidente di fosso.
S: O bell’uomo, cosa vuol dire quel sentite, io sono sola e qui altri non c’è che me e la mia ombra.
T: No usavo il voi come lei poc’anzi per sdrammatizzare. Accidenti è ben difficile comunicare. Comunque non cambia il punto che ho bisogno d’aiuto.
S: Il fatto è che non sono pratica di fossi, io non sono usa a caderci dentro e tanto meno a cavarci fuori gli sprovveduti che camminano col naso in su.
T: Insomma io sono Talete, uno dei sette saggi, l’uomo che predisse l’eclissi di sole, che scoprì che cos’è il magnete e che fissò le regole della geometria, un po’ di rispetto.
S: O beh, io sono Sofia, servetta ad ore e donna con i piedi per terra e lo sguardo attento, tanto piacere.
T: Lei si sta burlando di me?
S: Lo so e me ne spiace ma non riesco a farne a meno, d’altronde non saprei come fare a tirarla fuori da quel gran fosso dov’è caduto.
T: Ci vuole una corda.
S: Ne sono sprovvista.
T: Un lungo bastone, calato con perizia, ove io mi possa attaccare.
S: Non vedo bastone alcuno.
T: Ma insomma, cerca aiuto da parte di qualcuno, fai accorrere la gente.
S: A ma passiamo al tu, siamo dunque amici, ma a parte conoscere il tuo nome io non so neanche che faccia hai, non ti ho mai visto prima e non ti vedo adesso.
T: Donna tu mi stai stancando con le tue vuote chiacchiere, io ho bisogno di uscire da questo luogo profondo in cui ho avuto la ventura di cadere.
S: Direi piuttosto “in cui sono caduto per mia disattenzione”.
T: O donna dove vuoi andare a parare?
S: A casa mia, dove ero diretta, dopo aver disteso i panni ad asciugare, prima che le tue urla mi inducessero a parlare con te.
T: Basta io divento pazzo. Con tante gente di senno proprio una dissennata doveva prestarmi ascolto.
S: Beh io sarò senza senno, ma son quassù. Tu col tuo gran testone sei laggiù.
T: O dei, o dei non c’è sangue da cavare da questa rapa.
S: Ciao Talete, ora me la filo ché s’è fatto tardi, devo portare qualche tuo messaggio a qualcuno.
T: Sì alla dea dell’imbecillità, che ti strafulminasse donna di poco senno, ancora non hai capito che voglio uscire di qua.
S: O per averlo capito l’ho capito, ma sono sola e fragile, come vuoi che possa alzare un grand’uomo come te? Ciao me la filo ché s’è fatto tardi.
T: No! Non filare Sofia, non filare via, che Zeus t’illumini, che Atena ti apra la mente, che…
S: Non temere porterò il tuo voto alla dea da te designata. Ciao a risentirci…
T: Se l’è filata, Sofia se l’è filata, ah, ah, ah, ah, ah me la devo prendere con Sofia, anzi con filo Sofia.
Improbabile (o forse vera) commedia che svela sui perché della filo sofia
di Silvano Baracco
Personaggi:
T – Talete
S – Sofia
T: Aiuto, aiuto, buona gente accorrete sono tombolato in questo fosso a furia di guardar le stelle.
S: O buon uomo, o cos’è questo vociare, qui c’è gente che lavora e che tranquilla vorrebbe stare.
T: Non è mia intenzione arrecare disturbo ma… il fatto si è che caddi in questo fosso e mi feci anche male, vi ingiungo di prestarmi soccorso.
S: O che mi dite, cadeste voi.
T: No caddi io, non ci son che io in codesto fosso.
S: Dicevo voi per celia, lo so bene che di fresconi che cadono nei fossi ce ne son pochi, anzi a quanto sembra solo lei.
T: Prego. Io sono un sapiente, uno studioso di vaglia, io so di come va il cielo e di quale strada percorrono le stelle, conosco il mutare del tempo e so del perché tutto nasce e perisce.
S: O davvero siete un grand’uomo. Mi potrebbe allora dire com’è che in tale fosso è caduto.
T: Io stavo passeggiando in queste lande, particolarmente adatte all’osservazione del cielo, e guardavo appunto in alto per studiare il movimento delle stelle, tanto ero assorto nelle mie osservazioni che non vidi questo maledetto fosso e ci tombolai dentro anima e corpo.
S: O questa è proprio bella, dunque è caduto nel fosso per osservar le stelle. Bel sapiente davvero, dice di conoscere il tutto e non sa neanche dove mette i piedi.
T: Sentite brava donna, non state a commentare, cercate piuttosto di darmi una mano che non riesco a cavarmi fuori da questo accidente di fosso.
S: O bell’uomo, cosa vuol dire quel sentite, io sono sola e qui altri non c’è che me e la mia ombra.
T: No usavo il voi come lei poc’anzi per sdrammatizzare. Accidenti è ben difficile comunicare. Comunque non cambia il punto che ho bisogno d’aiuto.
S: Il fatto è che non sono pratica di fossi, io non sono usa a caderci dentro e tanto meno a cavarci fuori gli sprovveduti che camminano col naso in su.
T: Insomma io sono Talete, uno dei sette saggi, l’uomo che predisse l’eclissi di sole, che scoprì che cos’è il magnete e che fissò le regole della geometria, un po’ di rispetto.
S: O beh, io sono Sofia, servetta ad ore e donna con i piedi per terra e lo sguardo attento, tanto piacere.
T: Lei si sta burlando di me?
S: Lo so e me ne spiace ma non riesco a farne a meno, d’altronde non saprei come fare a tirarla fuori da quel gran fosso dov’è caduto.
T: Ci vuole una corda.
S: Ne sono sprovvista.
T: Un lungo bastone, calato con perizia, ove io mi possa attaccare.
S: Non vedo bastone alcuno.
T: Ma insomma, cerca aiuto da parte di qualcuno, fai accorrere la gente.
S: A ma passiamo al tu, siamo dunque amici, ma a parte conoscere il tuo nome io non so neanche che faccia hai, non ti ho mai visto prima e non ti vedo adesso.
T: Donna tu mi stai stancando con le tue vuote chiacchiere, io ho bisogno di uscire da questo luogo profondo in cui ho avuto la ventura di cadere.
S: Direi piuttosto “in cui sono caduto per mia disattenzione”.
T: O donna dove vuoi andare a parare?
S: A casa mia, dove ero diretta, dopo aver disteso i panni ad asciugare, prima che le tue urla mi inducessero a parlare con te.
T: Basta io divento pazzo. Con tante gente di senno proprio una dissennata doveva prestarmi ascolto.
S: Beh io sarò senza senno, ma son quassù. Tu col tuo gran testone sei laggiù.
T: O dei, o dei non c’è sangue da cavare da questa rapa.
S: Ciao Talete, ora me la filo ché s’è fatto tardi, devo portare qualche tuo messaggio a qualcuno.
T: Sì alla dea dell’imbecillità, che ti strafulminasse donna di poco senno, ancora non hai capito che voglio uscire di qua.
S: O per averlo capito l’ho capito, ma sono sola e fragile, come vuoi che possa alzare un grand’uomo come te? Ciao me la filo ché s’è fatto tardi.
T: No! Non filare Sofia, non filare via, che Zeus t’illumini, che Atena ti apra la mente, che…
S: Non temere porterò il tuo voto alla dea da te designata. Ciao a risentirci…
T: Se l’è filata, Sofia se l’è filata, ah, ah, ah, ah, ah me la devo prendere con Sofia, anzi con filo Sofia.
3 commenti:
Veri well
Simpatico e originale come tutto il blog
Silvano
sempre grande
in tutto
Posta un commento