lunedì 24 novembre 2008

UN POSSIBILE ISPIRATORE, ZARATHUSHTRA

Storia della Filosofia Occidentale
di
Edgardo Rossi
Con inserimenti tra il serio e il faceto di
Silvano Baracco

Un possibile ispiratore, Zarathushtra

Zarathushtra
1. Vita ed opere. Zarathushtra o Zaratustra o Zoroastro (nella forma occidentalizzata del nome derivante da quella greca), riformatore religioso. La figura di Zarathushtra è oggi da molti studiosi messa in discussione, la tradizione dice che visse e predico in Iran, dal riscontro dei dati la sua opera può essere fissata in periodo che va dal 1000 al 600 a.C., senza però avere la possibilità di essere più precisi. Il Bundahish (IX secolo a.C.) ci dice che Zarathushtra iniziò le sue predicazioni 258 anni prima di Alessandro Magno. Secondo alcune fonti tradizionali sarebbe nato ad Atropatene (nei pressi del lago Urmia), nell’Azerbaigian; secondo altre a Rayy nella Media. Autori greci affermano che Zarathushtra sarebbe nato nella Battriana. È considerato il fondatore della religione omonima, lo zoroastrismo o mazdeismo. Pare appartenesse alla famiglia degli Spitama, i quali erano allevatore di cavalli, fu sacerdote addetto al canto degli inni (zaotar). Il testo sacro delle regole della fede predicata da Zarathushtra è l'Avesta, che lo stesso predicatore avrebbe scritto o dettato ai suoi discepoli. Numerose sono comunque le leggende che ruotano intorno alla figura di Zarathushtra e che tendono a fare di lui una figura soprannaturale dotato di poteri miracolosi, egli si era originato prima del mondo ed era stato concepito in modo miracoloso con chiari segni della sua soprannaturalità evidenti fin dalla nascita, fin da giovane confutò gli eretici, si ritirò quindi nel deserto, dove, tra i trenta e i quarant'anni venne iniziato dal dio Ahura Mazda o Ohrmazd (la religione predicata da Zarathushtra è monoteista), ebbe visioni estatiche della lotta contro il principio del male (Asira Mainyu o Arimane). Tornato fra gli uomini iniziò la sua predicazione e compì guarigioni miracolose. Per vari anni però cerco inutilmente di trovare seguaci, convertì il re (kavi) Vistaspa o Vishtaspa, che lo aiutò e ne divenne il protettore. Sposò un'aristocratica ed ebbe due figli, riuscì ad ottenere una grande influenza nello Stato. Trovò però una tenace opposizione da parte dei sacerdoti della vecchia religione iranica che Zarathushtra voleva superare con la sua nuova concezione. Secondo alcune versioni Zarathushtra morì assassinato a 77 anni per mano, secondo alcuni di un sacerdote o da un mago della vecchia religione, secondo altri dalle orde di Arjasp durante la presa di Balkh. Una leggenda afferma che il seme di Zarathushtra venne conservato nel lago Kasaoya (Hamun) e che feconderà all'inizio di ognuno dei tre ultimi millenni dell'umanità tre vergini da cui nasceranno tre salvatori futuri. Le leggende ruotanti intorno alla figura del predicatore sono comunque molto antiche e alcune paiono essere antecedenti alla stesura dell’Avesta, la tradizione però sarebbe continuata fino all’epoca sasanide.
2. Pensiero. Il contenuto della dottrina predicata da Zarathushtra (come d’altronde la sua vita) è ricco di riferimenti rituali. Gli aspetti fondamentali della dottrina delle Gatha (gli inni religiosi di cui è composto la parte più antica dell’Avesta) sono l’aperta polemica contro le forme eccessive di sacrificio e contro l’uso di narcotici; la piena accettazione della fede in Ahura Mazda (che in avestico significa “Signore Pensante” o “Signore Saggio”), unico dio; la riflessione tesa a chiarire il rapporto intercorrente tra l’unico e il molteplice, fra la sostanza spirituale e il mondo fenomenico, è nell’ambito di tale spiegazione che compaiono le figure dei sei Amesha Spenta, gli “Immortali santi”, concepiti come aspetti o organi del dio supremo e dotati ognuno di un corrispondente nel mondo normale.
La figura di Zarathushtra godette di grande fama presso gli antichi Greci, considerato un grande saggio, un iniziato, esercitò una qualche influenza sul pensiero greco, specie in ambito orfico e misterico.
3. Mazdeismo e Zoroastrismo. Gli scritti di Zarathushtra parlano di un unico ed onnipotente dio. Ahura Mazda, la religione che deriva da tali scritti è detta mazdeismo o zoroastrismo. Va detto che se secondo gli studi tradizionale i due termini vanno letti praticamente come sinonimi, recenti studi tendono a vedere il mazdeismo come la religione etnica dell’Iran e lo zoroastrismo come la dottrina esoterica particolare, che pur traendo ispirazione dalla prima penetra nella parte misterica della conoscenza religiosa ed è frutto della predicazione e degli insegnamenti di Zarathushtra. Da queste distinzioni nascono anche due modi diversi di intendere la figura di Zarathushtra. Gli studiosi che identificano mazdeismo e zoroastrismo ritengono che Zarathushtra sia il profeta storico che ha fondato la nuova religione iranica, riformando le basi della precedente religione indoiranica tradizionale. Gli studiosi più recenti ritengono che il mazdeismo altro non è che il naturale (e autonomo) sviluppo dello zoroastrismo e Zarathushtra non sarebbe che un personaggio mitico, anche se non necessariamente astorico, nato dalle tradizioni rituali delle religioni orientali.
L’aspetto fondamentale del mazdeismo è la venerazione e la fede per Ahura Mazda, il dio onnisciente e supremo, creatore del mondo, del cielo, dell’uomo e della felicità dell’uomo. Secondo gli insegnamenti sacri il dio supremo è circondato da altre divinità che le iscrizioni achemenidi chiamano baga (colui che divide e distribuisce) e l’Avesta definisce yazata (venerando), esse sono Mithra e Anahita, insieme ad esse Ahura Mazda da origine ad una triade che risulta documentata nelle iscrizioni a partire dal regno di Artaserse II /405-359 a.C). Ad esse si devono aggiungere Hvara Khshaeta (il sole), Mah (la luna), Zam (la terra), Atar (il fuoco), Apam Napat (le acque), Vayu (il vento).
Nell’Iran occidentale, dove forte era la tradizione acheminide e dove era presente l’influsso delle confinanti civiltà mesopotamiche, Ahura Mazda e i baga erano visti quasi come proiezioni del potere regale, che dalle divinità traeva l’indiscusso dominio sugli uomini. Nell’Iran orientale, che è poi la fonte d’ispirazione dell’Avesta, le figure divine e il culto loro tributato è più vicino alla tradizione indoiranica.
Un’altra caratteristica (forse la più nota) del mazdeismo è il dualismo che oppone la verità (lo asha), ovvero l’ordine rituale, cosmico e sociale, alla menzogna (la drug), cioè l’opinione, l’ignoranza delle cause reali, il disordine e sociale. Tutti gli esseri, a partire da Ahura Mazda, sono chiamati ad effettuare la scelta “in pensiero, parola ed azione” fra asha e drug, tra verità e menzogna. In tal modo ogni essere è tenuto a determinare il proprio destino e la propria collocazione nel cosmo e nella storia. È evidente come in questo dover scegliere risaltino la libertà e la volontà, in contrapposizione alle tradizionali concezioni fatalistiche e deterministiche presenti in tante altre forme religiose. A compiere la scelta, che non ammette mediazioni, tra asha e drug sono i due Mainyu, (cioè spiriti, ma il significato del termine più corretto è “impulso”, “forza psichica”): Spenta (ovvero santo, ma che etimologicamente andrebbe tradotto con “incrementante”, “fortificante”) Mainyu e Anra (distruttore) o Aka (malvagio) Mainyu, che secondo le Gatha sono gemelli, figli di Ahura Mazda e che a seconda della scelta effettuata diventano per sempre l’impulso al bene e al male. Sarà solo nel tardo mazdeismo che Spenta Mainyu verrà riassorbito (e di conseguenza identificato) con Ahura Mazda (Ohrmazd) e il dualismo avrà quindi la sua continuazione nell’eterno confronto tra quest’ultimo e Anra Mainyu (Arimane), che però ora appaiono concepiti come esseri personali anche se trascendenti.
Tale visione dualistica è il punto centrale, la caratteristica, delle teorie mazdaiche, mentre la parte fondamentale della dottrina espressa nelle Gatha è il rigoroso monoteismo (Ahura Mazda è l’unico dio) e la presenza delle sei divinità (gli Amesha Spenta, gli Immortali Santi) non nega questo dogma. Essi rappresentano gli aspetti di dio, gli organi attraverso i quali l’unico si articola nel molteplice e nel definito, infatti ognuno degli Amesha Spenta ha un corrispondente nel mondo materiale: Vohu Manah o il Buon Pensiero, il Bue; Asha o la Rettitudine, il Fuoco; Khshathra o il Regno, i Metalli; Armaiti o la Devozione, la Terra; Haurvatat o la Totalità, le Acque; Ameretat o l’Immortalità, le Piante. Tali figure, definite dagli studiosi anche con i termini di arcangeli o entità, sono state variamente interpretate, le varie posizioni non negano però un aspetto fondamentale della dottrina gathica, l’importanza e la particolare concezione del sacrificio, o meglio della pratica rituale del sacrificio. Era solo grazie all’attuazione corretta di tale pratica che l’uomo poteva raggiungere lo stato di maga, una sorta di estasi extrasensoriale che consente la visione e la conoscenza delle realtà superiori, cioè della creazione menok (invisibile, ideale) di cui fanno parte gli Amesha Spenta. È accedendo al mondo delle cause prime che l’iniziato (o uomo perfetto, di cui Zarathushtra è il modello primo) opera il rinnovamento la trasfigurazione (frashkart) della propria vita e può anche intervenire attivamente ed efficacemente sul piano della creazione getik, cioè del mondo materiale.
A tali concezioni che sono il vero centro, l’essenza, del mazdeismo e della parte più elevata della già di per sé elitaria dottrina gathica si sono intrecciate, nel corso dei secoli, altri aspetti, i principali dei quali sono posteriori all’invasione islamica (VII secolo) e alla scomparsa del mazdeismo dall’Iran, aspetti che si occupano soprattutto della condizione umana e della sua spiritualità e soprattutto del suo ruolo nell’ambito di una visione escatologica del tutto.
Partendo da una visione psicologica complessa l’uomo risulta distinto in cinque parti: corpo, anima, spirito, prototipo e fravashi. L’ultima parte è una sorta di doppio animico dell’uomo che si trova sempre alla presenza di Ahura Mazda ed è, per certi aspetti, paragonabile all’angelo custode o alla Valkiria della tradizione mitologica nordica. L’uomo e il suo corpo svolgono un ruolo molto importante nella perenne lotta contro il male, che si svolge durante la miscela (l’immissione) di elementi creati da Arimane nella buona creazione di Ahura Mazda, tale lotta è destinata a finire con la vittoria del bene. Nel mazdeismo è fondamentale la concezione escatologica della fine della lotta, quando il bene trionferà la miscela sarà di nuovo dissolta e gli eroi dei primordi ritorneranno come eroi della fine e allora si avrà la frasho-kereti universale, cioè l’apocastasi (reintegrazione di ogni cosa creata) e la risurrezione dei corpi.
Appare evidente come le dottrine dello zoroastrismo siano in parte incoerenti tra loro, d’altronde molte delle tematiche sono nate da tradizioni di diversa origine e hanno subito l’influenza di svariate culture. Evidenti sono però anche le parti coerenti, quali la componente escatologica e la centralità di un unico dio, principio e fine di tutto il creato e base stessa di tutta la dottrina mazdaica.
Con tutto ciò possiamo dire che le dottrine insegnate da Zarathushtra hanno influenzato la cultura greca? Che hanno ispirato la nascita della filosofia? Probabilmente una risposta a queste domande non verrà mai data, certo è che alcuni temi trattati sono comuni, ma è anche evidente che Zarathushtra diede alla sua disciplina un’impronta religiosa e che fu un predicatore e non un filosofo. Il suo pensiero giunse comunque in Occidente e i Greci lo considerarono un sapiente, un maestro, ma i punti di contatto furono casuali e abbastanza labili, dunque?
Ognuno dia la sua risposta.

1 commento:

DocEIR ha detto...

vale la pena di leggere